Un decreto del Ministero dell'Economia pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 14 novembre stabilisce che i requisiti per l'accesso alla pensione di vecchiaia non cambieranno e resteranno pari a 67 anni anche nel 2021 (e quindi nel biennio 2021-22). Questo è dovuto alla certificazione da parte dell'Istat di una crescita di appena 0,021 decimi di anno della speranza di vita a 65 anni. Non so se detta così sia proprio una bella notizia, ma certamente lo è per chi deve andare in pensione.
Nulla cambia per le pensioni anticipate così come disegnate dal cosiddetto Decretone di inizio 2019: fino al 31 dicembre 2026 resta valido il requisito di 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 41 e 10 mesi per le donne e 41 anni per i/le lavoratori/trici precoci, oltre a tre mesi di finestra mobile per tutti, .
Ancora per il 2021, a meno di modifiche nelle prossime manovra di bilancio, si potrà ancora usufruire della cosiddetta quota100 che richiede almeno 62 anni di età e 38 di contributi.